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Pediatria, esempio di vita



Se s'immagina d'essere nel reparto di pediatria di un ospedale, giungono alla mente immagini di sofferenza, paura e pianti. Si pensa a quei bambini, affetti da malattie, a cui sara' strappata la vita e a quei genitori che, ormai sfiduciati, cercano di incolpare qualcuno per la disgrazia ricevuta. Eppure nessuno pensa mai che nel buio della sofferenza c'e' un abbaglio di luce, quale e' la vita.


Ma perche' pediatria si rileva essere, la maggior parte delle volte, sinonimo di questo?






Prima testimonianza

Mi chiamo Tonia, ho 17 anni e nel 2011 fui affetta da sindrome nefrosica , malattia che consiste nell'accumulo di liquidi nel corpo e nel sangue. Ricoverata d'urgenza in ospedale, andai nel reparto pediatrico ed ivi trascorsi due settimane. In quel periodo feci tante amicizie e tutti eravamo come fratelli. Ricordo che correvamo e facevamo a gara a chi arrivasse prima davanti alla porta del primario. I corridoi erano invasi da sorrisi e speranze. C'era un clima di serenita' e spensieratezza: tutti facevamo parte della stessa famiglia. Se capitava qualcosa di negativo, il sostenerci a vicenda era alleviante. Vero, i controlli e le visite erano afissianti, ma questo non importava tanto dato che gia' si pensava a quale nuovo gioco fare con gli amichetti. Tuttavia il ricordo piu' bello in assoluto, riguardo ai giorni vissuti in ospedale, e' senza dubbio legato ai weekend. Vi starete chiedendo giustamente il motivo dato che, essendo piccola, era vietato uscire da sola. Beh, il motivo e' che arrivavano alle 11 del mattino dei volontari vestiti da pagliacci i quali davano regali ai bambini e portavano giochi per farli divertire con loro. Ricordo particolarmente che una domenica mattina portarono un grande puzzle e noi piccoli umani ci divertimmo a capire quale pezzo andasse nel posto giusto. Penso che se non ci fossero stati loro a darci ulteriormente forza, la permanenza in ospedale sarebbe stata piuttosto statica e abitudinaria.


Seconda testimonianza

Salve a tutti, sono Salvatore Junior ed ho 9 anni. All'eta' di tre anni mi sono state diagnosticate delle crisi epilettiche che in adolescenza, almeno come dicono, andranno via. Sono stato ricoverato tante volte in ospedale e tutt'ora sono sott'osservazione. Non ricordo quasi niente, ma ricordo che non avevo tanti amichetti e stavo sempre con la mamma. Era bello, poi, quando arrivavano dei pagliacci che mi facevano giocare con tanti bei giochini di Spiderman e gli altri supereroi che a me piacciono tanto. Mi rendevano molto felice ed erano davvero delle persone dolci, belle e brave.



Come si evince dalle testimonianze, nonostante tutto in pediatria si respira un'aria di felicita' e spensieratezza e il piu' delle volte questo e' dovuto dai volontari i quali, travestiti da pagliacci, cercano di strappare un sorriso ai bambini sofferenti a causa delle loro malattie.